Marketing Creativo: la guida definitiva per generare idee

Assunta Feraca
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Questa guida definitiva per generare idee creative ti sarà d’aiuto ogni volta che l’ispirazione verrà a mancare e il nuovo progetto, di cui eri tanto entusiasta, ti sembrerà una sfida insormontabile.

Intanto puoi iniziare a tranquillizzarti per due motivi:

  1. Prima di tutto perché capita a tutti di non essere ispirati, soprattutto quando viviamo ritmi lavorativi intensi. Ti è mai capitato di andare sempre così di corsa che quando ti fermi ti senti quasi in colpa perché stai sprecando tempo? A me capita ed è proprio in questo mood che ho deciso di scrivere questo articolo.
  2. Alla fine di questa guida sarai in grado di attivare un processo che ti aiuterà ad accendere il tuo percorso creativo. Non posso garantirti che riuscirai a trovare l’idea geniale, l’obiettivo di questa guida è indicarti la strada giusta per generare nuove idee, poi sarai tu a doverla percorrere.

Ci siamo.

Mettiti comodo/a e lascia che ti spieghi quali importanti benefici ho ottenuto seguendo i metodi che sto per rivelarti.

Avere un metodo per produrre, selezionare, analizzare e rappresentare le proprie idee è fondamentale per non essere dipendenti dall’ispirazione. Sarebbe folle e decisamente poco professionale affidare la riuscita di un progetto alla scintilla creativa che sopraggiunge solo in determinati momenti, per questo devi includere nel tuo processo creativo metodi certi a garanzia della serietà del tuo lavoro.

Un fattore, quello più gettonato, che causa la mancanza di ispirazione per nuove idee creative è lo stress. Lo stress uccide la creatività agendo come un parassita che prende il sopravvento sul nostro cervello. Quando siamo stressati, la nostra capacità di concentrazione si riduce drasticamente poiché il cervello si focalizza sulla fonte del nostro stress e non ci lascia liberi di spaziare con la mente, attività essenziale per l’attivazione del processo creativo.

Questa situazione determina un blocco creativo che irrimediabilmente ci stressa sempre di più proprio perché non si riesce a creare quello che si vuole come lo si vuole e sprofondiamo in un circolo vizioso dal quale non si esce fino a quando non si rimuovono le cause che provocano lo stress.

Ti è mai capitato di non riuscire a lavorare su un progetto perché ti sei sentito/a inadeguato/a per quel lavoro?

Approfondisco questo secondo fattore che genera l’assenza di ispirazione partendo dalla definizione di stress. Lo stress è una risposta psicofisica che il nostro organismo mette in atto quando ci troviamo davanti dei compiti che sono valutati da noi stessi come eccessivi. Questa sensazione di incapacità, la paura di sbagliare, l’angoscia, fanno parte dei sintomi dell’ansia da prestazione che è una condizione del tutto normale e transitoria quando si inizia una nuova esperienza o un progetto importante e complesso.

Una cosa che ho appreso durante la mia carriera professionale è che tutto si può imparare, tutto si può allenare, basta solo volerlo veramente. L’ansia da prestazione e gli sbagli reali che si commettono fa tutto parte del gioco: solo chi non fa non sbaglia mai.

Tutto si apprende e le inclinazioni personali che fine fanno? Queste determinano il tempo che impieghiamo a raggiungere un obiettivo. Più sei incline a fare qualcosa e meno tempo impiegherai a farla. Il tempo, tuttavia, è inversamente proporzionale a quante volte ripeterai la stessa cosa.

Che diavolo ho detto?

Voglio dire che, se non demordi, ci sarà un momento in cui persone inclini e persone meno inclini impiegheranno lo stesso tempo nel fare la stessa cosa.

La tua sensazione di inadeguatezza potrebbe tradursi nella sindrome dell’impostore. Ne avevi sentito parlare prima? Questa sindrome ti porta a sminuire costantemente i tuoi successi e a non sentirti all’altezza del lavoro che dovrai svolgere, qualunque esso sia.

Tuttavia, studi statistici hanno dimostrato che questo disturbo psicologico è comune soprattutto tra le persone di talento.


Più è grande il tuo potenziale, più sarà grande la tua insicurezza.
- Robert Hughes
Oltre all’ansia, diretta conseguenza dello stress, abbiamo la pressione per le scadenze imminenti. La pressione tuttavia è un elemento soggettivo e può presentarsi in veste positiva come boost alla tua produttività oppure in una veste nera e scheletrica, con una falce in mano: la morte della creatività. La veste della pressione dipende molto dall’attività che si deve svolgere ma anche dal tipo di carattere, io ad esempio non la vivo mai bene.

E non è finita qui, aiuto!

Se appartieni alla categoria femminile di lettrici del mio blog allora ti interesserà sapere che il ciclo non aiuta di certo la generazione di nuove idee e rende il processo creativo estremamente faticoso. I metodi che ti fornisco in questa guida possono aiutarti anche se ti trovi in quei giorni del mese in cui il tuo respiro diventa il fuoco di un drago e la tua colazione è composta da chiunque osi contraddirti.

In sintesi:

L’essere rilassati comporta prestazioni più elevate in termini di attività creative rispetto a quando si è soggetti a stati di stress.

Se l’idea giusta, stavolta, proprio non ti viene a causa dello stress eccessivo o perché qualcosa nella tua vita ti preoccupa, segui i metodi che ti propongo in questa guida e che utilizzo nel mio lavoro.


Il processo creativo


La creatività non consiste necessariamente nel concepire una nuova idea unica e originale, ma spesso si basa sulla capacità di collegare idee preesistenti in modo nuovo e innovativo.

Nel 1940, James Webb Young, un dirigente pubblicitario, ha pubblicato una guida breve ma significativa intitolata A Technique for Producing Ideas di cui ecco un’interessante versione in lingua italiana, dal titolo Tecnica per produrre idee. In questo testo, Young ha offerto un'idea semplice ma importante sulla generazione di idee creative.

Nella sua guida Young conferma che le idee innovative non nascono dal nulla ma dalla capacità di riconoscere le relazioni tra i concetti.

Se puoi creare un nuovo legame tra due idee preesistenti, stai facendo qualcosa di creativo.


Le 5 fasi del processo creativo


Secondo Young, il processo di connessione creativa avviene attraverso cinque fasi:

  1. Raccogliere nuovo materiale: in questa fase, si impara a concentrarsi sul reperimento di materiale specifico direttamente correlato al progetto da svolgere.
  2. Elabora il materiale nella tua mente: durante questa fase, si esaminano i fatti appresi dal materiale trovato e si ragiona su come connettere le idee sparse.
  3. Allontanarsi dal problema: successivamente, si deve rimuovere completamente il problema dalla mente e fare qualcosa di diverso che suscita entusiasmo ed energia.
  4. Lasciare che l'idea ritorni: ad un certo punto, ma solo dopo aver smesso di pensarci, l'idea tornerà in mente con un lampo di intuizione e rinnovata energia.
  5. Rifletti sui feedback: cerca il confronto, sottoponendo l’idea a pareri esterni e adattarla secondo necessità.
Adesso che conosci le fasi del processo creativo ti invito a fare un passo indietro per capire come si stimola il flusso delle idee.


Metodo 1: tieni sotto controllo lo stress con la respirazione


La respirazione è il metodo ottimale per tenere a bada lo stress, liberare la mente da cattivi pensieri e abbattere le insicurezze. Ti consiglio di praticare dei cicli di respirazione con costanza, se riuscissi tutti i giorni sarebbe perfetto ma anche 2 o 3 volte a settimana va bene.

In effetti, più che un metodo pratico da applicare solo al momento della generazione delle idee creative, questo metodo è in grado di produrre dei benefici notevoli nel lungo periodo, se praticata con una certa costanza.

Io, nel tempo, ho unito a queste sessioni anche la meditazione grazie al libro Conosci e usa la meditazione trascendentale che è stato la mia guida pratica per iniziare.

La respirazione è il primo metodo che ti propongo perché la respirazione è alla base di tutto.

Ti piace il sushi?
Questo primo metodo è come quando vai a mangiare il sushi e prepari il palato mangiando lo zenzero.
La respirazione è come lo zenzero: prepara la mente al processo creativo. Vediamo di cosa si tratta nello specifico:

Il quadrato del respiro consiste nell’effettuare dei cicli di respirazione a partire da una posizione confortevole. Io solitamente mi sdraio sul tappetino da yoga ma puoi anche sederti con le gambe incrociate o restare in piedi. Una volta scelta la tua posizione ideale, chiudi gli occhi e segui questo schema di respirazione:

- inspira lentamente per 3 secondi;
- trattieni il respiro per 3 secondi;
- espira lentamente per 3 secondi;
- trattieni il respiro per 3 secondi.



Si chiama quadrato del respiro perché si immagina ogni fase posizionata sul lato di un quadrato, come nell’immagine. Ripeti questo esercizio per 5 minuti, poi cambia il tempo in questo modo:

- inspira lentamente per 4 secondi;
- trattieni il respiro per 4 secondi;
- espira lentamente per 4 secondi;
- trattieni il respiro per 4 secondi.


Questo ciclo ripetilo per 10 minuti. In totale ti servono 15 minuti di respirazione, noterai già dalla prima seduta un miglioramento delle tue condizioni di stress.

Personalmente pratico questi cicli di respirazione 2 volta a settimana, di cui 1 insieme alla mia Personal Trainer Pamela che potrai vedere nella foto più avanti, proprio mentre pratichiamo insieme questo esercizio.

Mentre inspiro mi concentro su ogni elemento positivo della mia vita professionale e gli obiettivi da raggiungere, mentre espiro butto via insieme al respiro gli impedimenti e la paura di non farcela.

Quali sono i benefici del quadrato del respiro?

Il momento in cui esegui i tuoi cicli di respirazione rappresenta il punto di rottura di una routine frenetica. Quando senti che lo stress sta prendendo il sopravvento nella tua vita e la stanchezza ti sembra una spirale senza via di uscita, fermati e respira, così riprenderai il controllo sulla tua mente e sul tuo corpo e sarai carico/a di energia positiva. Su di me questo metodo ha rappresentato una svolta favolosa per placare l’ansia da prestazione e lo stress, una pratica per me irrinunciabile.

Grazie all’applicazione di questo metodo ti renderai conto che combattere lo stress sarà facile come respirare.

Durante una sessione di respirazione insieme alla mia coach Pamela Esposito


Metodo 2: Il brainstorming funziona sia in gruppo sia in solitudine


Il brainstorming nasce come tecnica di gruppo per generare idee basate sulla creatività spontanea e senza filtri. Tuttavia funziona benissimo anche da soli con una piccola variante delle regole di funzionamento. Vediamo quali sono le regole per mettere in pratica un brainstorming efficace sia in gruppo che da soli.


Brainstorming se sei in gruppo


Una sessione ottimale di brainstorming si svolge in cerchio. Se partecipi ad un brainstorming puoi essere il moderatore o uno dei partecipanti. Ogni idea viene trascritta dal moderatore mentre i partecipanti parlano tra loro. 

Il ruolo del moderatore è fare in modo che tutti collaborino, trascrivere le idee e stimolare i partecipanti, escludendo dal brainstorming ogni forma di gerarchia. 

In un gruppo è assolutamente normale trovare persone dominanti, di fronte alle quali ci si può sentire intimiditi, il moderatore deve controllare queste situazioni ed evitare che la sessione di brainstorming si areni. Nelle sessioni di brainstorming in gruppo mi è quasi sempre capitato di essere il moderatore e, in piccoli gruppi, anche partecipante allo stesso tempo.


Brainstorming solo tu


Fare brainstorming da soli è decisamente poco divertente ma può essere una necessità a cui non si può rinunciare. Io l’ho praticato molte volte e ti posso dire che il risultato si è rivelato sempre funzionale al fine di generare nuove idee creative.

Ma torniamo all’esecuzione del metodo di brainstorming: se sei da solo/a ti basta scrivere una domanda su un foglio e poi parti di getto a scrivere tutte le risposte che ti vengono in mente. Naturalmente in una sessione di brainstorming in solitaria sei il moderatore e allo stesso tempo il partecipante quindi ricopri entrambi i ruoli.


Brainstorming: segui le regole per trarne un beneficio reale

  1. La quantità viene prima della qualità: raccogli tante idee con l’obiettivo che tra queste si nasconda quella giusta. Per questo motivo è molto importante che il flusso delle idee sia continuo, anche se tra queste ve ne sono molte folli o non centrate con il progetto che si intende realizzare.
  2. Nessuna critica, discussione o commento durante la sessione per evitare di interrompere o inibire il flusso di idee. Ogni partecipante deve sentirsi utile anche quando le sue idee sono insensate, perché di fatto lo è: le proposte percepite come errate sono importanti per essere poi eliminate in contrasto con le idee valide.
  3. Scrivere correttamente tutte le idee, senza filtri. Solo riportando tutte le idee, scrivendole su un foglio o una lavagna, la sessione di brainstorming potrà funzionare. Se invece alcune idee vengono ignorate e non vengono riportate, si rischia di demotivare i partecipanti.
  4. Lasciarsi ispirare a vicenda: il brainstorming si compone di idee indipendenti ma nulla vieta di prendere spunto da idee già raccolte per svilupparne una nuova.


Analisi dei risultati


In questa fase la creatività e la naturalezza cedono il passo a considerazioni sensate e strategiche con cui le idee vengono valutate in relazione al concreto proposito. Il moderatore guida la discussione volta a eliminare, una per volta, diverse idee, fino a quando non ne rimane solo una, la migliore. Nessun partecipante dovrà essere escluso dalla fase di analisi, ma avrà la possibilità di discutere meglio le idee proposte e chiarirne le origini.

Il principio fondamentale per cui il brainstorming funziona è la netta separazione tra le due fasi: le creatività e la critica. Di fatto, la creazione e la valutazione sono due aspetti completamente distinti, hanno approcci e tempi completamente diversi. Svolgere entrambi i compiti nello stesso momento abbassa la qualità del risultato finale.

Esegui il brainstorming attenendoti alle regole in modo tale da lasciare che il lato creativo prenda il sopravvento e faccia ciò che vuole. Solo dopo aver dato tempo alla mente di cambiare modalità ci si concentra sul lato più razionale analizzando ciò che la creatività ha prodotto.


Metodo 3: Lasciati ispirare dalle mappe mentali


Le Mappe Mentali sono uno strumento molto versatile per sviluppare il pensiero creativo e si basano sulla libera associazione mentale. Io le utilizzo molto spesso per i progetti di logo design.

Tutto quello che devi fare per crearle è iniziare a scrivere su un foglio bianco e al centro della pagina una parola fondamentale del progetto che puoi estrarre dal brief relativo. Puoi scegliere di utilizzare anche l’argomento di cui si occupa il brand o il nome della tipologia di prodotto per il quale dovrai creare il progetto.

Ora parti quindi dalla parola centrale agganciando, man mano, nuovi elementi verso l’esterno della tua mappa mentale.

Quando inizi a fare una mappa mentale i concetti nascono nella mente per associazione, in modo facile e naturale e così facendo crei un legame tra concetti che daranno vita a un flusso creativo.

Per lo stesso motivo indicato nel metodo numero 2, il brainstorming, fai attenzione a non giudicare quello che scrivi altrimenti il processo creativo potrebbe interrompersi o bloccarsi.


Metodo 4: la peggiore idea possibile


Il metodo della peggiore idea possibile è una tecnica rompighiaccio di ideazione, divertente ed efficace, che applica un processo indiretto.

Perché viene definito come un metodo rompighiaccio?

Il processo di ricerca invertito rilassa i partecipanti, aumenta la fiducia in se stessi e alimenta la loro creatività.

Se hai bisogno di realizzare un brainstorming (metodo numero 2), ma ti rendi conto che il tuo team non è pronto a causa della timidezza o della scarsa conoscenza (o per altri svariati motivi) il metodo della peggiore idea possibile è molto utile per sciogliere il ghiaccio.


Worst Possible Idea: le regole per divertirsi e rompere il ghiaccio


Allo stesso modo del brainstorming, anche per il metodo della peggiore idea possibile abbiamo un moderatore e i partecipanti che si dispongono in cerchio. A me piace lasciar pensare a tutti che si sta per iniziare una sessione di brainstorming, quando all’improvviso chiedo ai partecipanti di elaborare idee estremamente brutte per il progetto in questione.
  1. Ogni partecipante ha a disposizione 5 minuti per scrivere le sue brutte idee su un foglio che poi passa al prossimo partecipante che fa la stessa cosa nello stesso tempo, e così via.
  2. Una volta finito il giro, il moderatore prende il foglio e legge tutte le idee. Il vero potere di Worst Possible Idea è ciò che accade in questa fase: quando si leggono le terribili idee il gruppo tende a rilassarsi, a sentirsi a proprio agio, è qui che partono le battute e si scioglie ogni tensione. A questo punto il moderatore, con l’aiuto dei partecipanti, scrive un elenco degli attributi che rendono le idee cattive.
  3. Il moderatore sfida il gruppo a trasformare quelle idee orribili in buone. Si possono considerare gli opposti delle idee o si possono cercare aspetti, all’interno delle pessime idee, che potrebbero ispirare una buona idea a partire dall’elenco degli attributi.


Analisi dei risultati


Questa fase è identica all’analisi dei risultati per il metodo del brainstorming: il moderatore legge le buone idee ai partecipanti cercando il confronto obiettivo su ogni singola idea. Si procede per esclusione delle idee finchè non ne resta solo una: l’idea giusta.


Conclusioni


Tutti i metodi che ti ho elencato e spiegato in questa guida fanno parte del processo creativo che applico quando realizzo i miei progetti. Che tu sia soggetto a stress e ansia oppure non riesci a tirar fuori l’idea giusta per qualsiasi motivo, puoi sempre applicare i metodi di questa guida da cui trarre beneficio e nuove idee. Ricorda che avere un metodo di lavoro garantito è ciò che distingue un professionista da un improvvisato. Fammi conoscere il risultato che hai tratto dall’applicazione di uno di questi metodi inviandomi un messaggio tramite l’opzione in basso a destra che trovi su questo sito. Buon processo creativo!


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